Sergio Gotti presenta ‘Caos e Silenzio’ alla Casa delle Culture e della Musica. Dal 16 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019
FondArC
La Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri, con la Regione Lazio e il patrocinio del Comune di Velletri, presenta la nuova opera del maestro.
INAUGURAZIONE
Domenica 16 dicembre ore 11,00
Per l’occasione: Musiche a cura dell’Accademia di Musica & Spettacolo “Officine Sonore” Letture a cura della Compagnia “Teatro della Luce e dell’Ombra” Laboratorio per bambini “Esplosione Lentissima Di Un Seme” a cura di “Babycampus Edutainment”
CAOS E SILENZIO, a cura di Silvia Sfrecola Romani
Casa delle Culture e della Musica - Piazza Trento e Trieste - VELLETRI
Ingresso libero Orari: 10/13 e 16,30/19,30 - Chiuso: 25, 26 e 31 dicembre e 1 gennaio
"Nelle antiche cosmologie con il greco χάος (caos) si indicava “il complesso degli elementi materiali senza ordine preesistente al Cosmo”[i] ovvero un Universo disordinato in contrapposizione ad un Universo Ordinato" come dire il prima ed il dopo, il bello e il brutto, il bianco e il nero, il pieno e il vuoto, il rumore e il silenzio… Ma il caos fa rumore?” A partire da questa domanda Sergio Gotti ha costruito la sua ultima mostra allestita a Palazzo della Cultura e della Musica a Velletri concepita come una sorta di installazione teatralizzata. "Siamo abituati alle sue roboanti sculture meccaniche ed alle sue splendide scenografie teatrali ma stavolta l'artista le ha messe insieme per creare un ambiente esperienziale, in cui gli spettatori diventano attori. Anche se non sappiamo cosa ci aspetta, appare subito evidente quanto diventi indispensabile prepararsi ad affrontare la grande galleria di ritratti, maschere e volti, che ricopre, con un effetto che i museografi chiamerebbero ad incrostazione, da quadreria seicentesca, tutte le pareti di una scatola-contenitore talmente grande da poterci entrare. Un'opera talmente imponente ed ambiziosa che sembra incredibile sia stata realizzata con il cartone. Un materiale umile, povero, che Sergio ha coraggiosamente richiamato dal mondo dell’imballaggio a quello dell’arte. La tecnica è straordinaria e sfida i benpensanti (è stato costretto a scriverlo “tagliato ed assemblato a mano”) ma su tutto è il dono di animare demiurgicamente la materia a stupire: come un moderno Prometeo o un dr. Frankenstein contemporaneo, Sergio conferisce al cartone una energia nuova, vibrante, palpabile, come attingendo all’origine naturale per risvegliarne lo spirito assopito. Questa installazione, apparentemente semplice e chiara, lineare, quasi ludica, in realtà è connotata da implicazioni e significati tali da essere una delle opere più complesse di Sergio Gotti, che “danza con il tempo come un filo d’erba[i]” (Battiato) e suona come un sereno ma inesorabile memento mori, un ammonimento misterioso sul senso non solo dell’arte ma della vita” (abstract dal catalogo a cura di Silvia Sfrecola Romani).